Marte possiede due piccoli satelliti naturali: Phobos e Deimos. Entrambi sono di forma irregolare e si ritiene che siano asteroidi catturati dalla gravità di Marte.
Scoperta: Entrambi i satelliti furono scoperti da Asaph Hall nel 1877 presso l'Osservatorio navale degli Stati Uniti. Asaph%20Hall
Phobos: È il satellite più grande e più vicino a Marte. Ha un diametro medio di circa 22 km. Si distingue per la sua orbita molto bassa e per il fatto che si sta lentamente avvicinando a Marte. Si prevede che, in un futuro relativamente prossimo (in termini astronomici), si disintegrerà in un anello attorno a Marte oppure si schianterà sulla superficie marziana. Presenta una grande crater chiamata Stickney.
Deimos: È il satellite più piccolo, con un diametro medio di circa 12 km. È più lontano da Marte rispetto a Phobos e ha un'orbita più regolare. La sua superficie è più liscia rispetto a quella di Phobos, a causa del riempimento parziale dei crateri da parte di regolite.
Origine: L'origine precisa dei satelliti marziani è ancora oggetto di dibattito. L'ipotesi prevalente è quella della cattura%20di%20asteroidi, ma altre teorie includono la formazione da detriti di un impatto gigante su Marte.
Caratteristiche fisiche: Entrambi i satelliti sono molto scuri e riflettono pochissima luce solare. La loro composizione sembra essere simile a quella degli asteroidi di tipo C, ricchi di carbonio. La loro densità è relativamente bassa, suggerendo una porosità significativa.
Esplorazione: Diversi lander e orbiter marziani hanno fotografato e studiato Phobos e Deimos. Nessuna missione è stata dedicata esclusivamente allo studio dei satelliti, ma ci sono state proposte per future missioni robotiche per raccogliere campioni e riportarli sulla Terra.